lunedì 27 luglio 2015

23 luglio 2015: intensa attività elettrica

E siamo qua!... dopo un bel periodo caldo dominato dal caro anticiclone subtropicale che ci ha regalato delle stupende giornate fin troppo estive.

Da circa metà luglio infatti, le temperature hanno iniziato a salire gradualmente fino a raggiungere i massimi valori nei giorni 21 e 22 luglio. In questi due giorni la mia stazione a Stretti ha raggiunto la temperatura massima di 36,4°.
In quasi 4 anni di dati archiviati, questa è stata la temperatura più alta mai raggiunta. Un piccolo record personale quindi.

Dopo una decina di giorni di continuo accumulo di calore da parte del suolo e un sensibile aumento dell'afa man mano che l'anticiclone invecchiava, la sera del 23 luglio l'anticiclone ormai stanco ha iniziato ad accusare i primi colpi causati dall'avanzare di una saccatura da NW, che portava con se aria più fresca, permettendo lo sviluppo di temporali che hanno interessato anche le pianure.

Dal 23 al 25 luglio (data in cui il fronte ha finalmente attraversato la nostra regione), a suon di temporali, l'eredità lasciataci dal possente anticiclone è stata via via abbattuta riportandoci su valori termici più consoni al periodo.
In questo post voglio dedicarmi però solo allo scorso giovedì 23. Seguiranno altri post specifici per i giorni seguenti.

Tutto nasce da una convergenza di venti al suolo tra Veneto Orientale e Friuli Venezia Giulia associato a qualche sbuffo più fresco e umido in quota.
La immagini sotto mostrano come modelli di previsione vedessero la convergenza (km più, km meno) dove si sono poi sviluppati i temporali.

Modello WRF METEONETORK

I primi segnali di tale convergenza si vedevano al tramonto come una linea di cumuli congesti che tentavano di crescere verso l'alto.
Nel momento in cui ho fatto questa foto, in pianura non vi erano ancora le condizioni ideali per la convezione ma il "tappo" sarebbe saltato dopo qualche ora. 


Lo shear è basso, quindi i temporali non assumono strutture particolarmente fotogeniche ma, piuttosto, sono più dei "pulse storm", cioè temporali pulsanti.

Questo tipo di temporale non è particolarmente intenso e non ha vita lunga. Sinteticamente lo si può pensare come ad una torre di nuvole che sale verso l'alto col suo tipico ribollire e dall'aspetto a cavolfiore che, nell'arco di mezz'ora, raggiunge il suo stadio più intenso per poi spegnersi lentamente.
Mentre questa torre si esaurisce, nelle zone limitrofe ne parte un'altra, o altre, che sale, o salgono, e il ciclo si ripete così, lentamentente, mosso dalle deboli correnti in quota.

Eloquente l'animazione radar sloveno dove si può vedere quanto appena detto.
Il temporale principale nasce sui monti del Friuli.
Raffiche di outflow  (aria più fredda e secca) si incanalano nelle valli del Cellina e sbucano in pianura dove sollevano verso l'alto l'aria calda e umida pre-esistente dando il via ai temporali serali.

Questi si muoveranno lungo la convergenza mostrata sopra.

Il primo temporale colpisce l'alto pordenonese e mentre decade ne parte un altro più a SW nel trevigiano. Poco dopo questo si esaurisce e nuovi cumulonembi nascono a ridosso della laguna di Venezia.



E qui entro in gioco io che in quella serata mi sono portato a Punta Sabbioni sul bordo della laguna per cercare di fotografare qualche bel fulmine.

Che dire.. le condizioni erano perfette per questo tipo di fotografia.
Uno shear basso vuol anche dire che i temporali sono lenti nel loro movimento e che quindi danno il tempo a chi li segue di trovare un buon posizionamento per almeno alcune decine minuti.

Ecco che allora è tempo di fermarsi con le parole e lasciare spazio alle foto.

Stack di alcune immagini che ben rappresentano l'intensa attività elettrica presente sotto questi temporali. Foto fatta a Punta Sabbioni.

Electric Messiah

Saetta caduta a poche centinaia di metri dalla mia posizione presso Ca' Ballarin.

Lightnings over the Venice Lagoon


A presto.
Giorgio

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